Instagram è un social network fatto per la comunicazione con immagini, che siano dinamiche o statiche poco importa. Ciò che importa è che si tratti di visual storytelling.
Instagram conta, a oggi, circa 800 milioni di utenti attivi in tutto il mondo che passano tra i 24 e i 32 minuti al giorno su questo canale: come possono, dunque, le aziende pensare di non essere presenti su questo social network?
Dove nasce Instagram?
Instagram nasce nella Silicon Valley, dove Kevin Systrom e Mike Krieger – i due fondatori – decidono di mettersi all’opera per sviluppare una nuova app di condivisione di immagini con filtri. Nel 2010 riescono a raccogliere 500.000 dollari di finanziamento e lanciano l’app per iOS nell’ottobre di quell’anno.
Il successo arriva rapidamente: all’inizio del 2011 i primi aggiornamenti rendono possibile l’associazione delle immagini a degli hashtag (#) in modo da renderle ricercabili e categorizzabili.
Sempre in quell’anno, in agosto, viene implementata la possibilità di caricare immagini in alta risoluzione. Qui, il boom.
Nel 2012, Mark Zuckerberg – già proprietario di Facebook – decide di acquistare l’app per 1 miliardo di dollari: l’app viene lanciata anche su Android e viene implementata la possibilità di caricare, oltre che immagini, brevi video di 15 secondi.
Oggi, tutto questo, ci sembra preistoria. E gli utilizzatori assidui di Instagram, lo sanno bene.
Perché lo storytelling?
Con la sempre maggiore consapevolezza da parte degli utenti di una navigazione web invasa da pubblicità di ogni tipo – spesso bloccata tramite l’utilizzo di AdBlocker installati nei browser – le aziende sono state costrette a ripensare le modalità attraverso cui promuovere i propri prodotti e servizi.
L’unico modo di farsi ascoltare è quello di raccontare storie favolose cui affezionarsi, che le persone vogliono ascoltare, che vengono in qualche modo attese: ecco perché si parla oggi di storytelling e branded content.
Instagram for beginners
Per muovere i primi passi in Instagram è necessario creare un profilo.
Il profilo può essere
- pubblico, e in questo caso le immagini potranno essere viste da chiunque lo visiti o da chiunque faccia ricerche con gli hashtag che sono usati per taggare le foto;
- privato, e in questo caso i contenuti pubblicati potranno essere visti solo da chi ha richiesto l’accesso all’owner ed è stato accettato.
Su Instagram è possibile pubblicare diverse tipologie di contenuto:
- immagini singole, o raggruppate in gallerie;
- video, fino a 60 secondi;
- formati dinamici, tipo boomerang.
Ognuno di questi contenuti può essere associato ad un testo (didascalia) che può contenere una serie di hashtag utili a categorizzarlo e far sì che emerga tra i risultati di chi cerca quel preciso argomento nella barra di ricerca dal social network.
Escludendo la ricerca per argomento, le interazioni tra utenti di Instagram sono limitate a poche e semplici azioni:
- LIKE, ovvero l’icona a forma di ❤️sotto i contenuti;
- COMMENTO, è possibile inserirne uno e visionare gli altri grazie all’icona 💬;
- MENZIONE, si può taggare un altro account all’interno del testo di un contenuto o di un commento aggiungendo @ prima del nickname della persona che si vuole menzionare;
- MESSAGGIO PRIVATO, si manda attraverso l’icona in alto a destra in homepage;
- CONDIVISIONI, su Messenger o WhatsApp;
- SALVA, per salvare un contenuto nella propria raccolta di immagini “private”.
Esserci o no?
Il fatto che Instagram sia una un social network in continua espansione, sempre più popolato di utenti e con un’altissima frequenza di utilizzo, non implica che sia adatto a qualsiasi tipo di azienda o prodotto. Vale la pena, prima di dire “Si, voglio esserci!”, di chiedersi se realmente, per un business, investire in attività mirate all’Instagram Ad può essere un investimento proficuo o meno.
Nei prossimi articoli vedremo insieme tutti i tasselli necessari alla creazione di una strategia Instagram efficace…qualora ne valga la pena.