È tutto sbagliato. O quasi, non esageriamo. Qualcosa di giusto c’è, ma non mescoliamo la cacca con la Nutella.
È sbagliata la routine di tutti i giorni: sveglia alle 6.30, caffè/sigaretta su tazza, bidet, lavi faccia, lavi denti, metti crema, scegli vestiti, infili vestiti, trucchi viso (ma non troppo se no sembri battona), pettini capelli, raccogli effetti personali, esci di casa; 1 ora di traffico quando va bene, due quando va malissimo (come oggi); lavori 9 ore; prendi la macchina, 2 ore di traffico quando va malissimo, 1 ora quando va bene (come ieri); doccia, cena, letto (perché sei stanca per poter fare qualsiasi altra cosa).
È sbagliato vivere per lavorare: perché tanto hanno tutti la convinzione che se ti danno uno stipendio a fine mese (e nemmeno chissà quale enorme stipendio) è un regalo, spesso non meritato a prescindere; e, soprattutto, che per meritarlo è giusto essere trattata uno schifo (io ce l’ho più grosso, quindi taci – io non ce l’ho affatto, facile così a armi dispari).
È sbagliato ricevere una notizia del cazzo al giorno: perché poi uno, per quanto possa essere paziente, ad un certo punto scoppia; come un reattore nucleare in cui impazzisce il nucleo; come un vulcano che poi BOOM! erutta perché ba’ con questa pressione continua che mi fa la zolla di qua e la zolla di là; come un non so cosa-cazzo-che che dice troppe volte cazzo.
È sbagliato. Semplicemente tutto sbagliato. E quando sei un po’ giusto, il fatto che sia tutto sbagliato un po’ ti infastidisce, perché un po’ di calma te la meriti, Forse un po’.