Le relazioni interpersonali, piene di aggettivi.
Complicate, fragili, a volte squilibrate, quasi sempre appese ad un filo.
Qualsiasi cosa si faccia o dica, sembra non essere mai la parola o la cosa giusta. O, quanto meno, quello che l’altra persona si aspetta da noi…o quello che noi ci aspettiamo da lei.
Le relazioni interpersonali, tutta una questione di aspettative.
E quando le aspettative vengono deluse…apriti cielo. Croce nera, morte nel cuore, pugnali alla schiena, crocefissione immediata.
Eppure non biasimo nessuno per questo. Non rimprovero nessuno per quello che chiamo “odio-post-NonSeiQuelloCheCredevo”. Lo faccio anche io, il processo alle intenzioni, per quanto abbia deciso di ridurle ai minimi termini storici, le relazioni.
Le relazioni interpersonali. Quasi una formula matematica.
1 + 1 = 2.
E siamo tutti felici.
2 – 1 = 1.
E tu sei uno stronzo, o stronza che sia.
Ma i conti non tornano, in questo modo. E’ tutto sbagliato!
Nella mia visione del mondo, che non si chiama Terra ma Marte, le formule non funzionano. Le relazioni, di qualunque natura esse siano, non sono teoremi comprovati scientificamente, di quelli che studi a scuola e che sono in grado di mandarti in pappa il cervello durante un compito in classe.
Ci sono troppe eccezioni che confermano la regola; o troppe regole messe in discussione da eccezioni. E’ complesso…tanto da far perdere i capelli a Pitagora, qualora Pitagora ne avesse, di capelli.
Le relazioni interpersonali, un tunnel senza luce alla fine.
Come se ne viene fuori? Ah, boh! Lo avessi capito, probabilmente, non sarei nelle condizioni in cui mi ritrovo.
Amante ferita da quello che avrebbe voluto e non ha ottenuto.
Amica carnefice che non asseconda i deliri di autodistruzione di chi le sta accanto.
Non è matematica. Non è scienza. E’ più complesso di così.
E di base tutto ciò che pensiamo sia giusto è, in realtà, tutto sbagliato.
E come si fa a far quadrare la somma, quando gli addendi sono il problema?